Alce, tagliati i certificati verdi

Ci sono forti preoccupazioni sul futuro di Alce, che investono lo stabilimento attuale e il progetto di conversione in centrale a biomasse: la minaccia è rappresentata dai correttivi alla finanziaria 2010, la manovra che il governo ha approvato nei giorni scorsi dove un articolo, il numero 45, abolisce in pratica i certificati verdi (contributi per l’utilizzo di fonti rinnovabili, ndr), che avrebbero portato - secondo il progetto per il quale è agli sgoccioli l’iter autorizzativo della Provincia - da 14 a 20 milioni annui ad Alce, e per la durata di quindici anni. Con il venir meno dei certificati, svanirà una grossa fetta di entrate per l’azienda, che - una volta venisse realizzata la centrale - percepirebbe i soli ricavi derivanti dalla vendita di energia elettrica.  «Le preoccupazioni ci sono. Sarebbe da illusi non averle - non nasconde l’assessore provinciale allo sviluppo economico Francesco Bambini.
 
L’azienda si è riservata di valutare meglio le ricadute del provvedimento sul progetto della centrale. Ma per ora ha confermato l’intenzione di procedere con i suoi piani produttivi». «Il pericolo per Alce esiste, è reale - commenta anche Walter Fattore (Fistel Cisl) -. Sia per il sito produttivo attuale, che comunque beneficia di certificati verdi per l’utilizzo del cippato, che per il progetto della centrale. Le banche, da parte loro, potrebbero ritenere il progetto non più interessante e non finanziarlo».  
 
Riparte il tannino. La congiuntura si fa sempre più complicata per Alce, ma una buona notizia - anche se temporanea - c’è. Riguarda la ripresa, per alcune settimane, della lavorazione del tannino. Un riavvio di attività che coinvolgerà, a rotazione, 50 dipendenti sugli 89 attualmente in forza all’azienda. L’accordo c’è già, stretto da Alce, Rsu, sindacati e Provincia. «Un segnale positivo - commenta l’assessore Bambini -, che fa ben sperare per gli operai attualmente in cassa integrazione».
 
La produzione riprenderà a breve per alcune settimane, per poi fermarsi e ripartire a settembre: questi, secondo informazioni raccolte, sarebbero i piani. Ma anche questa ripartenza sarebbe dettata da una necessità: «Se la produzione del tannino si ferma per oltre sei mesi, i relativi certificati verdi vengono meno», dice Fattore.   Aree dismesse. Proseguono - fa sapere la Provincia - i contatti per utilizzare le aree dismesse del complesso Alce di Fornoli per altre attività produttive, in modo da consentire una ricollocazione dei lavoratori che resteranno in esubero rispetto all’attività prevista nel progetto dell’Alce.   Teleriscaldamento.
 
Sempre guardando al futuro, l’assessore Bambini ha convocato per domattina un incontro con il sindaco Giancarlo Donati, rappresentanti di Alce e di Gesam per valutare la possibilità di usare l’energia termica prodotta dallo stabilimento per un impianto di teleriscaldamento.   Iter autorizzativo. Sembra quasi scontato che il parere della Provincia alla centrale a biomasse sarà positivo. I 180 giorni dalla presentazione della richiesta di autorizzazione stanno per scadere e quindi presto arriverà il pronunciamento ufficiale. È lo stesso Bambini a confermare che «nel corso dell’ultima conferenza dei servizi sul progetto di Alce è stata raccolta una serie di pareri solo positivi, anche se con prescrizioni molto restrittive»

il Tirreno — 06 giugno 2010 pagina 13 sezione: LUCCA

Il tuo voto: Nessuno Media: 5 (1 vote)

Teleriscaldamento dall'impianto Alce


Teleriscaldamento dall'impianto Alce

 

Teleriscaldamento dallimpianto Alce

 BAGNI DI LUCCA. Incontro a Palazzo Ducale tra Provincia, comune di Bagni di Lucca, aziende Alce e Gesam per valutare la possibilità di usare l'energia termica prodotta dallo stabilimento di Fornoli per un impianto di teleriscaldamento.  Durante l'incontro, voluto dall'assessore provinciale per lo sviluppo economico Francesco Bambini, si è deciso di proseguire con la fase valutativa per stabilire le modalità di attuazione del progetto ed è stato creato un gruppo di lavoro, composto da una parte politica ed una tecnica, che sarà operativo già nelle prossime settimane.  L'ipotesi del teleriscaldamento è già stata oggetto di una fase di analisi sia per esaminare la parte di territorio che potrebbe essere coinvolta nel progetto sia per conoscere le possibilità tecniche tra cui scegliere. Proprio per avere un contributo qualificato in questo frangente, all'incontro erano presenti i rappresentanti della società Sevas, gestore del servizio pubblico relativo agli impianti termici gran parte dei comuni della provincia.  Intanto il comitato che si oppone all'impianto a biomasse attacca ancora il progetto.  «L'assessore provinciale Bambini, a seguito del taglio al finanziamento dei certificati verdi che mette in serio dubbio il progetto a biomasse Alce, manifesta la propria preoccupazione sul futuro dell'azienda, mentre, contemporaneamente, gli abitanti di Bagni di Lucca, Borgo a Mozzano, Gallicano ed in genere della Valle, tirano un sospiro di sollievo - dice il comitato -. Esistono tutta una serie di motivi che contraddicono la preoccupazione del rappresentante dell'amministrazione provinciale: per esempio l'aver ignorato la crisi Rotoplast, la crisi Allumil, ma, nel caso specifico, l'aver ignorato i motivi di dissenso manifestati dagli abitanti».  A giudizio del comitato, il fatto che la valle sia caratterizzata da un alto tasso di inquinamento atmosferico non rappresenta, agli occhi degli amministratori pubblici, motivo di preoccupazione «né preoccupa la devastante crescita di malattie tumorali nella popolazione locale. Segnalata anche, a quanto ci risulta, da esperti istituzionali, sia ai rappresentanti di maggioranza del comune di Bagni di Lucca, sia in Conferenza dei servizi. Ma non preoccupano neppure le proporzioni del progetto approvato dal comune di Bagni di Lucca e dalla Provincia, passato come meno inquinante del precedente attraverso il prestigioso giochetto delle percentuali di inquinanti per metro cubo, ma in realtà produttore di quantitativi nettamente superiori, in valore assoluto, di sostanze nocive immesse nell'aria».  Dopo la Conferenza dei servizi del 26 di maggio, sono gli abitanti, aggiunge il comitato, «che manifestano la propria apprensione, non tanto per l'approvazione del progetto, ma per la superficialità con la quale è stato elargito. Era stato ripetutamente richiesto, anche al prefetto, il rigoroso rispetto delle leggi, un approfondimento dal punto di vista scientifico della criticità della valle, una oggettiva e corretta valutazione di quanto un intervento simile condizioni le prospettive di vita degli abitanti. Tutto questo è stato colpevolmente ignorato».  Nel rinnovare la solidarietà alle maestranze Alce, il comitato sottolinea «quanto ingannevole fosse il messaggio fatto passare, proprio dall'assessore Bambini, della difesa di 15 posti di lavoro. La nostra è un'area fortemente industrializzata e, come lui ben sa, potevano essere adottate soluzioni alternative.  «Non conosciamo la sorte dei certificati verdi, se la manovra finanziaria li taglierà, se farà eccezioni od altro; resta l'incertezza di questo progetto e la fragilità del percorso intrapreso, che potrebbe fermarsi prima di ottenere formale autorizzazione, evidenziando, inequivocabilmente, la scarsa lungimiranza di chi progetta lo sviluppo della Valle».

Fonte: Il Tirreno

Cerca
Commenti recenti