Il Comitato promotore Acqua Pubblica richiede una "moratoria subito"
Si fermerà la legislatura e si andrà ad elezioni anticipate? Questa è la domanda che molti italiani si stanno facendo in queste ore. La fine della legislatura tra l'altro potrebbe portare conseguenze anche per alcune iniziative referendarie che hanno avuto un grande successo, con l'adesione di moltissimi cittadini. Ci riferiamo in particolare alla raccolta firme per i referendum sull'acqua pubblica.
Intanto il Comitato promotore nazionale dei Referendum ha lanciato la sua richiesta di "Moratoria subito", cioè stop ai processi di privatizzazione e alla soppressione degli Ato in attesa dei referendum sull'acqua che lo stesso Comitato auspica si possano tenere nella prossima primavera. Questa richiesta sarà portata in piazza il prossimo 4 dicembre durante una grande giornata di mobilitazione, quando nelle città italiane saranno organizzate centinaia di iniziative di sensibilizzazione sull'acqua pubblica e sui referendum.
«Mentre siamo in attesa di sapere quando si voterà per i 3 referendum - ha dichiarato Simona Savini del Forum italiano dei Movimenti per l'Acqua - assistiamo ad una accelerazione dei processi di privatizzazione. Una moratoria che congeli le scadenze della Legge Ronchi è un atto di civiltà e di rispetto nei confronti del milione e 400mila cittadini che hanno sottoscritto i quesiti referendari. Indipendentemente da come i partiti la pensino sui referendum chiediamo il sostegno per un atto in difesa della democrazia» ha concluso Savini.
Fonte greenreport.it
Acqua, chi risparmia ci rimette
A fine anno scompariranno gli Ambiti territoriali ottimali per l'acqua, ma non per questo spariranno contraddizioni e assurdità che hanno contraddistinto la gestione del servizio idrico nell'ultimo decennio.
Gli ultimi a fare le spese di questa situazione sono i consumatori dell'Ato 1, quello compreso tra le province di Massa Carrara e Lucca. A causa della riduzione dei consumi, infatti, agli utenti virtuosi e parsimoniosi Gaia assesterà una stangata. Nei prossimi mesi, infatti, la conferenza dei sindaci dovrà stabilire come far pesare sulla bolletta dell'acqua degli utenti di Gaia - cioè gli abitanti della Versilia e di Carrara - un paio di milioni di euro in più. Dovrà quindi scegliere se addebitarli in un'unica soluzione oppure tutti insieme.
E' questo un nuovo caso dell'aberrante funzionamento dell'isoricavo: la legge, infatti, dispone che i gestori del servizio idrico debbano incassare, sempre e comunque, determinate risorse a compensazione degli investimenti, assicurandosi anche un livello di utile prefissato. Quindi, se accade che i cittadini prendano sul serio l'invito a risparmiare un bene prezioso come l'acqua, per garantire l'isoricavo, ossia l'invarianza dell'incasso, si ritoccano le tariffe o si impone una una tantum. Tra Carrara e la Versilia sono stati consumati quest'anno 900mila metri cubi in meno del previsto e, di conseguenza, gli utenti saranno chiamati a pagare quanto hanno risparmiato. Agli utenti risparmiosi di Gaia, dunque, arriverà una «multa» da due milioni di euro.
La «stangatina» avrà certamente proporzioni ridotte: per un'utenza piccola, il direttore dell'Ato 1 Silvano Gattiglio stima che ci possa essere un aggravio di una dozzina di euro. Che il minor consumo sia stato determinato da una maggior piovosità, oppure da una presa di coscienza ecologica o che ci si trovi di fronte al tentativo di risparmiare qualche euro, il risultato non cambia: a minor consumo non può corrispondere minore spesa. All'Ato numero sei, quello della Toscana meridionale, a cavallo tra le province di Grosseto e Siena, lo scostamento non dovrebbe essere molto diverso, visto che su un consumo previsto di 33 milioni di metri cubi si prevede che il consuntivo si possa chiudere a quota 31,7. «Il prossimo anno - spiega il presidente dell'Ato dell'Ombrone, Moreno Periccioli - può darsi che ci sarà da operare un ricalibramento delle tariffe».
Fonte iltirreno.it, clicca qui per leggere l'articolo completo