Tematiche relative all'Information Tecnology, ai computer alle reti ed alla tecnologia in generale

Agcom: rilasciato gratuitamente misuratore velocità internet

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L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha inaugurato "Misura Internet", lo strumento software da mettere a disposizione degli utenti per testare la propria connessione e mettere alla prova le cifre che divulgano gli ISP (Internet Service Provider, cioè i fornitori di servizi internet).

 

E' disponibile il download del software Ne.Me.Sys. (Network Measurement System) che permette di misurare i valori sulla singola linea telefonica e verificare che corrispondano a quanto promesso dalla telco: in caso contrario la misurazione costituisce prova di inadempienza contrattuale ed essere utilizzato come strumento di tutela, in quanto rende possibile misurare le prestazioni della sola tratta di responsabilità dell'operatore localizzando fisicamente i server di misura utilizzati posizionati nei NAP (Neutral Access Point, i punti fisici di interscambio tra le reti dei vari operatori).

 

Prima di utilizzare lo strumento l'utente deve creare un account sul sito ufficiale ed è utilizzabile sia su Windows che su Mac e Linux: deve dunque effettuare una misurazione all'ora per un arco di 24 ore (da completare entro tre giorni dall'inizio).

 

 

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Agcom vara le regole per le WebTv: follie all'italiana

z1~28L'Agcom, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha varato le regole per le Web Tv che da una parte sono meno rigide di quanto si era ipotizzato, ma dall'altro si cerca di applicare dei vecchi modelli legati alle Tv che sono insensati per il mondo di internet.

 

Per fortuna non sarà necessaria alcuna autorizzazione ed i regolamenti saranno applicati soltanto ai professionisti che hanno ricavi radiofonici e televisivi superiori a 100mila Euro annui. Quindi si escludono i piccoli siti ed i blog.

 

Sono previste alcune regole come la responsabilità editoriale, l'obbligo di rettifica e un registro dei programmi. Sembrano essere esclusi gli aggregatori video, come ad esempio YouTube.

 

Si dovranno versare due contributi: uno di 500 Euro per i servizi Tv e uno di 250 Euro per quelli radiofonici.

 

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Internet in Italia, la burocrazia non finisce mai

z1~28Un decreto per recepire la direttiva europea rischia di creare un nuovo pseudo-balzello. Per installare un router sarà necessario il tecnico autorizzato? Multe a partire da 15mila euro (a salire)

 

Mentre si attende la riunione Agcom (in programma oggi) che approverà il regolamento sulle WebTV e che dovrebbe, nonostante i dubbi dell'Autorità, prevedere oneri a carico dei siti che mostrano video online, Internet in Italia non rischia di restare a digiuno di burocrazia.

Infatti, se quanto scovato da Stefano Quintarelli dovesse essere confermato nei fatti, nel decreto del Consiglio dei Ministri del 22 ottobre 2010 si legge che se si vuole installare un device e collegarlo alla rete di comunicazione pubblica, occorre chiamare un installatore iscritto all'albo. In altre parole: se sei deve installare un router, uno switch, qualsiasi dispositivo che si colleghi in Rete, occorre chiamare un tecnico iscritto all'albo: prevista, in caso contrario, una sanzione da 15.000 a 150.000 euro.

 

Secondo l'art. 2 del provvedimento gli utenti sono tenuti ad affidare i lavori di installazione, di allacciamento, di collaudo e di manutenzione delle apparecchiature terminali che allacciano il PC alla rete pubblica (direttamente o indirettamente) di telecomunicazioni per trasmettere, trattare o ricevere informazioni (sia via cavo, fibra ottica o via elettromagnetica) ad un operatore riconosciuto come qualificato dalla legge. E questo onere si applica a tutte le situazioni di questo tipo, eccetto ciò che verrà esplicitamente escluso ma che resta ancora da stabilire: si parla di scelta "in ragione della semplicità costruttiva e funzionale delle apparecchiature terminali e dei relativi impianti di connessione", ma nient'altro è ancora specificato.

 

L'applicazione del provvedimento significa (come specifica negli articoli successivi) la creazione dell'albo richiesto (con tutte le sue procedure interne), con la definizione dei requisiti di qualificazione tecnico-professionali che devono possedere le imprese per l'inserimento nell'elenco delle imprese abilitate all'esercizio delle attività.

 

E per l'utente burocrazia e costi destinati ad aumentare, quanto meno per le regole di mercato che vede diminuire coloro che possono provvedere all'allaccio e aumentare le richieste. Anche farlo autonomamente, in teoria, fa infatti incappare nella multa salata.

 

Il decreto così approvato dal legislatore italiano, peraltro, dovrebbe rappresentare l'attuazione della direttiva europea 2008/63/CE relativa alla concorrenza sui mercati delle apparecchiature terminali di telecomunicazioni. In questa si prescrive l'adozione di misure di liberalizzazione del settore e il controllo sulle apparecchiature terminali funzionali all'adozione di standard condivisi che permettano che la competizione si svolga a livello di mercato europeo. Nello spirito, tuttavia, l'interpretazione data dal decreto italiano parebbe distante dall'originale continentale.

 

 

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Sul web più tasse per tutti

z1~28Chi vorrà fare una radio on line da oggi dovrà pagare un'imposta di 750 euro. Il doppio per una tivù. Così il governo e l'Agcom mettono le briglie alla Rete.

 

Si è stretta la morsa delle norme sulla Rete italiana, per mezzo di Agcom (Autorità garante delle comunicazioni). In questi giorni sta ultimando i regolamenti che daranno effetti pratici al decreto Romani dell'audiovisivo. Il Romani (che prende il nome dall'attuale ministro dello Sviluppo economico) chiedeva infatti ad Agcom di stabilire il dettaglio delle nuove norme che nei prossimi mesi condizioneranno la vita dell'internet italiana.

Sono due i regolamenti più importanti. Il primo è quello sulle radio in Internet e sulle web tv con palinsesto, di cui equipara gli obblighi a quelli delle realtà editoriali tradizionali. Sia le une che le altre dovranno fare una dichiarazione di inizio attività e pagare un costo di autorizzazione pari a 750 euro (per le radio) e 1.500 euro per le web tv con palinsesto.

 

Chi sgarra incorre nel reato di tv clandestina, per cui la multa va dai 15 mila ai 2 milioni di euro.

 

Presto l'Agcom deciderà anche sulle web tv con video on demand, che sono migliaia, e vedremo che tassa imporrà.

 

Altri obblighi, presi di peso dalla tv tradizionale, sono un grosso ostacolo per le migliaia di web tv nostrane, spesso gestite da una o due persone che nel tempo libero fanno denunce e inchieste. Per esempio l'obbligo di rettifica e tutela dei minori. Quest'ultimo richiede che le web tv non trasmettano video vietati ai minori di 14 anni nella fascia dalle 7 alle 22.30. Difficile da applicare per i video su internet.

 

Nei prossimi giorni sono attese decisioni dell'Agcom anche sul diritto d'autore. Il regolamento in merito potrebbe dare a Internet un colpo ancora più duro. E' agli inizi, ma chi ha potuto vedere le prime bozze riferisce a "L'espresso" di norme draconiane contro gli utenti, per gli interessi del diritto d'autore. Anche in seno all'Agcom ci sono però posizioni contrarie a questa morsa sul web. Al momento sono in minoranza, ma lasciano aperte alcune speranze.

Fonte espresso.it

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PEC: Posta elettronica certificata - parte 3 (come si richiede)

email4Come si richiede il servizio di PEC?

 

Ci si deve rivolgere ad uno dei Gestori iscritti nell’indice tenuto dal CNIPA.

Qui una lista dei gestori accreditati

 

 

Come si può attivare la casella di PEC?

 

Per prima cosa è necessario che l’utente scelga (in funzione delle proprie
esigenze/preferenze) il Gestore di PEC con cui vuole attivare la propria casella. Per attivare
la casella di Posta Elettronica Certificata è necessario seguire le istruzioni contenute nel sito
o nel manuale operativo del Gestore scelto.

 

Un gestore che offre gratuitamente una casella di PEC è un consorsio formato da Poste Italiane e Telecomitalia raggiungibile a questo indirizzo https://www.postacertificata.gov.it/home/index.dot da cui si può direttamente inoltrare la richiesta di attivazione.

 

 

Un altro utile servizio per ricercare gli indirizzi di Posta Elettronica Certificata delle pubbliche amministrazioni è il seguente:  http://www.paginepecpa.gov.it/

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PEC: Posta elettronica certificata - parte 2 (come funziona)

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Le modalità di utilizzo della PEC sono sostanzialmente le stesse di una normale posta elettronica. Si può accedere alla propria casella di PEC, infatti, sia attraverso un client di posta elettronica che attraverso un browser Internet.

La PEC, rispetto al servizio di posta elettronica "tradizionale", offre un servizio più completo e sicuro, prevedendo:

  • livelli minimi di qualità del servizio e di sicurezza stabiliti dalla legge;
  • certificazione dell’invio e della consegna del messaggio;
  • l’opponibilià a terzi delle evidenze relative alle operazioni di invio e ricezione di un messaggio.

In quali casi è preferibile inviare messaggi di PEC?

La casella di PEC è indicata soprattutto per effettuare comunicazioni "ufficiali" per le quali il mettente vuole avere delle evidenze con valore legale dell’invio e della consegna del messaggio. Ciò non toglie che, volendo, la casella possa essere utilizzata per qualsiasi comunicazione anche nel caso in cui non sia indispensabile la certificazione dell’invio e della consegna.

 

In che modo si ha la certezza della consegna di un messaggio di PEC?

Nel momento in cui l’utente invia il messaggio, riceve, da parte del proprio Gestore di PEC, una ricevuta di accettazione con relativa attestazione temporale. Tale ricevuta costituisce prova legale dell’avvenuta spedizione del messaggio.

 

Allo stesso modo, quando il messaggio perviene nella casella del destinatario, il suo gestore di PEC invia al mittente la ricevuta di avvenuta (o mancata) consegna, con l’indicazione di data ed orario, a prescindere dalla visualizzazione del messaggio da parte del destinatario.

 

La PEC non certifica la lettura del messaggio da parte del destinatario ma i soli eventi di invio del messaggio e di consegna dello stesso nella casella di PEC del destinatario.

 

Nel caso in cui il messaggio sia stato effettivamente consegnato, il destinatario non può negare l’avvenuta ricezione, dal momento che la ricevuta di avvenuta consegna del messaggio, firmata ed inviata al mittente dal Gestore di PEC scelto dal destinatario, riporta la data e l’ora in cui il messaggio è stato consegnato nella casella di PEC del destinatario, certificandone l’avvenuta consegna.

 

Garanzia identità del mittente

La PEC è in grado di garantire l’identità della casella mittente, in quanto è assicurata l’inalterabilità dell’indirizzo associato alla casella dalla quale si effettua l’invio del messaggio (la stessa cosa non viene garantita utilizzando la posta elettronica normale).

 

La PEC è in grado di garantire l’associazione fra il titolare del servizio e la relativa casella di posta elettronica certificata, in quanto il soggetto che intende richiedere un servizio di PEC deve presentare al
Gestore, oltre alla richiesta di attivazione del servizio, anche un documento che attesti la sua identità diventando quindi titolare del servizio.

 

 

A chi si possono inviare messaggi di PEC

Da una casella di PEC è possibile inviare un messaggio certificato a chiunque abbia una casella di posta elettronica, ma nel solo caso in cui il destinatario sia dotato di una casella di Posta Elettronica Certificata, sia l’invio che la ricezione di un messaggio di PEC hanno valore legale.

 

E’ possibile inviare messaggi di Posta Elettronica Certificata tra utenti che utilizzano

 

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PEC: Posta elettronica certificata - parte 1 (Introduzione)

Posta elettronicaChe cos'è?

PEC è l'acronimo di Posta Elettronica Certificata. E' un sistema di "trasporto" di documenti informatici che presenta delle forti similitudini con il servizio di posta elettronica "tradizionale", cui però sono state aggiunte delle caratteristiche tali da fornire agli utenti la certezza, a valore legale, dell’invio e della consegna (o meno) dei messaggi e-mail al destinatario.

 

A che cosa serve la PEC?

La PEC può essere utilizzata per la trasmissione di tutti i tipi di informazioni e documenti in formato elettronico; consente di certificare l’invio, l’integrità e l’avvenuta consegna del messaggio scambiato tra il Gestore di PEC del mittente e quello del destinatario; ha lo stesso valore legale della tradizionale raccomandata con avviso di ricevimento (garantendo, quindi, l’opponibilità a terzi dell’avvenuta consegna).

Che differenza c’è tra la raccomandata con ricevuta di ritorno ed il servizio di PEC (dal punto di vista legale, economico, di tempo e praticità del servizio)?

Il servizio di PEC consente di effettuare l’invio di documenti informatici avendo la garanzia di "certificazione" dell’invio e dell’avvenuta (o mancata) consegna. Il servizio ha, pertanto, tutti i requisiti della raccomandata con A/R cui si aggiungono notevoli vantaggi sia in termini di tempo che di costi.

In particolare, nella PEC si riscontra:

  • semplicità ed economicità di trasmissione, inoltro e riproduzione;
  • semplicità ed economicità di archiviazione e ricerca;
  • facilità di invio multiplo, cioè a più destinatari contemporaneamente, con costi estremamente più bassi rispetto a quelli dei mezzi tradizionali;
  • velocità della comunicazione ed inoltre non è necessaria la presenza del destinatario per completare la consegna;
  • possibilità di consultazione ed uso anche da postazioni diverse da quella del proprio ufficio o abitazione (basta un qualsiasi PC connesso ad Internet e un normale browser web), ed in qualunque momento grazie alla persistenza del messaggio nella casella di posta elettronica;
  • che, diversamente dalla raccomandata, nella ricevuta di avvenuta consegna sono presenti anche i contenuti del messaggio originale.

 

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Computer, Internet e Tecnologia

Introduciamo da oggi una nuova area tematica "Computer, Internet e Tecnologia": in questa area andremo a pubblicare articoli sulle tematiche dell'ITC (Information and Comunication Tecnologiy) che affronteranno argomenti purtroppo poco noti alla maggioranza dei cittadini, ma che già sono, e lo saranno sempre di più , indispensabili nella vita di ogni giorno.

 

Anche nella pubblica amministrazione, dopo anni di inerzia, qualcosa inizia a muoversi, si parla molto di PEC (posta elettronica certificata) di firma digitale, di tessera sanitaria elettronica, ecc. Ma quanti sanno di cosa stiamo parlando?

 

A questo proposito lanciamo una serie di sondaggi, per capire quanti hanno almeno sentito parlare di queste tecnologie. Seguiranno una serie di articoli in cui spiegheremo i vari argomenti.

 

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